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Sin da quando l’uomo cominciò a rafforzarsi in tribù sempre più grandi, quindi in città poi in nazioni, ebbe l’esigenza di distinguersi da altre tribù, città e nazioni, non solo nella lingua negli usi e nei costumi ma con qualcosa che lo distinguesse e lo identificasse immediatamente sopratutto durante le battaglie.
Per distinguere gli amici dai nemici, non esistendo ancora le uniformi, furono introdotti dei segni, dei simboli, dei vessilli a cui fare riferimento.
Nasce cosi il prototipo di quello che poi diventerà la bandiera.
Uno degli esempi dell’antichità furono le dodici insegne che distinguevano le dodici tribù di Israele, o i colori particolari usati dalle tribù germaniche sugli scudi, e dai romani stessi che distinguevano le varie legioni con colori e simboli diversi.
In realtà ci fu sempre la necessità di adottare simboli e di usarli normalmente per esigenze soprattutto belliche.
Col passare del tempo all’uomo non bastava più appartenere ad una società ma aveva il bisogno di distinguersi dagli altri per fare sfoggio del proprio potere.
Nacquero così due forme di distinzione personali: la prima fu il sigillo con il quale si poteva riconoscere una persona senza vederla direttamente; la seconda fu lo stemma che rappresentava esattamente una data persona. Una terza fu la moneta che rappresentava la comunità attraverso l’effige del proprio capo e i simboli che la rappresentavano.
Stemma
della famiglia Buondelmonte di Siena
Sicuramente lo stemma è stato il simbolo più adottato non solo dai singoli personaggi ma da comunità di tutti i generi: corporazioni, chiese, comuni ecc.
Nella simbologia araldica l’uomo si è sbizzarrito a trovare forme e soprattutto animali che in qualche modo potessero rappresentare la propria astuzia, forza, coraggio e via dicendo, come leoni che mostrano le zanne, aquile con possenti artigli ad una o più teste, terribili draghi, pantere... ma anche rose, gigli in onore della vergine Maria, croci di tutte le forme, utensili da lavoro, armi; insomma, tutto ciò che ci circonda diventa un modo di esprimere noi stessi.
Man mano che gli stemmi aumentavano si sentì la necessità di dare delle regole a quello che era diventato un vero e proprio linguaggio, teniamo presente che pochissimi sapevano leggere e scrivere, quindi come in ogni scrittura era necessario dare un senso.
Nacquero così gli Araldi che furono i depositari di questo linguaggio.
Nella battaglia di Crécy (1346) fu grazie agli araldi che dopo la battaglia fu possibile stilare un elenco dei cavalieri Francesi caduti riconoscendoli dagli stemmi indossati.
Oggi gli eredi dell’araldica sono i loghi ed i simboli che vediamo nelle marche di macchine, detersivi, liquori e via discorrendo.
Riscoprire e rivalutare l’araldica ha un'importanza storica e culturale per ricordarsi chi eravamo chi siamo e cosa diventeremo.
Esempio
di raccolta di stemmi della battaglia di
Campaldino e Montaperti
Sample collection
of coats of arms of the battle of Campaldino
and Montaperti
Famiglia
Guidi e Famiglia Parigi
Giovanni
Paolo I°
Gregorio XIII°
Leone X°
Stemma
del comune di Vinci patria di Leonardo
Stemma
della provincia di Padova
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